Napoli–Juve, vigilia ad alta tensione: Spalletti cambia la tabella di marcia, Conte imbocca il silenzio stampa
A poche ore da Napoli–Juventus, il clima attorno al big match è già incandescente. Una partita che vale pesantissimo per classifica, morale e narrativa del campionato, complice anche il ritorno dei due grandi ex a panchine invertite: Luciano Spalletti oggi in bianconero, Antonio Conte a guidare gli azzurri.
La vigilia vive su due piani paralleli: da una parte le strategie logistiche della Juventus, dall’altra quelle psicologiche del Napoli. Entrambe parlano la stessa lingua: protezione, tensione, massima concentrazione.

Spalletti cambia programma: niente pernottamento a Napoli per proteggere la squadra
La Juventus ha varato una decisione insolita, quasi clamorosa per i protocolli abituali della Serie A. La squadra non arriverà il giorno prima nella città della partita: niente hotel a Napoli, niente veglia in territorio nemico. Spalletti ha preferito una soluzione radicale: partenza da Torino direttamente domenica, poche ore prima del match.
La motivazione è chiara e, per certi versi, comprensibile. Negli ultimi anni non sono mancati episodi di disturbo ai ritiri delle squadre ospiti, con tifoserie organizzate pronte a “far sentire la presenza” nella notte che precede le grandi sfide: clacson, botti, fumogeni, cori.
La società teme che scenari simili possano ripetersi e influire sul sonno — e sulla prestazione — dei giocatori. Da qui la scelta: meglio una notte tranquilla a Torino che una insonne a Napoli.
La soluzione non è priva di rischi sportivi, soprattutto per quanto riguarda il viaggio in giornata e la gestione dei ritmi pre–gara, ma Spalletti non vuole lasciare nulla al caso. «Riposo prima di tutto», è la linea che filtra dal gruppo bianconero.

Conte si blinda: nessuna conferenza, nessuna frase fuori posto
Sul fronte opposto, Antonio Conte sceglie la strada opposta ma con lo stesso obiettivo: eliminare le distrazioni. Il tecnico salentino ha deciso che non parlerà alla vigilia del match. Una scelta forte in un contesto dove la conferenza pre–partita è spesso un’occasione per indirizzare la narrativa, stimolare l’ambiente, mandare messaggi a giocatori e tifosi.
Conte invece opta per il silenzio. Vuole una squadra concentrata, raccolta, impermeabile alle polemiche e ai rumori esterni. Un atteggiamento che rispecchia un Napoli “a riccio”, deciso a non regalare spunti o interpretazioni alla vigilia della gara più delicata del suo inizio stagione.
La sensazione è che Conte voglia trasferire ai suoi un messaggio chiaro: niente guerra mediatica, niente tensioni aggiuntive. Tutto deve convergere sulla prestazione.
Clima da grande evento
In città, nel frattempo, l’attesa cresce. Napoli–Juve non è mai una partita come le altre, e questa volta il ritorno dei due ex, unito alle scelte poco ortodosse delle squadre, non fa che amplificare la tensione.
Le strategie opposte dei due allenatori si specchiano in un’unica certezza: domenica al Maradona non ci sarà spazio per distrazioni, errori o cali di concentrazione.
Il resto — come promettono entrambe le panchine — lo dirà il campo.


