Al via il progetto “MollusCa Blu”: tutela e riattivazione del cannolicchio (Ensis minor) nel mare campano
Sono ufficialmente iniziate le prime pescate sperimentali del progetto “MollusCa Blu”, promosso dal gruppo di ricerca Genenvet del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in collaborazione con la Regione Campania – Direzione Generale Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e il CO.GE.MO. di Napoli – Consorzio di Gestione della pesca dei molluschi bivalvi.
L’iniziativa è cofinanziata nell’ambito del PN FEAMPA Campania 2021/2027 – Intervento Codice 111501, e si propone di monitorare, identificare e studiare lo stato della risorsa “cannolicchio” (Ensis minor) lungo la fascia costiera della Regione Campania. Le attività si concentreranno sulla riattivazione produttiva dei banchi naturali attraverso l’impiego dell’attrezzo tradizionale detto “cannellara”, con particolare riferimento al Compartimento Marittimo di Napoli (litorale di Napoli e Caserta), con l’obiettivo di rafforzare il ciclo biologico della specie e ripristinarne la presenza nei tratti costieri storicamente vocati.
Una risorsa in difficoltà da oltre un decennio. In Campania, la pesca del cannolicchio versa in una condizione critica da diversi anni. Nonostante gli sforzi di razionalizzazione dell’attività di raccolta, la risorsa è oggi limitata a pochi banchi naturali, ridotti sia per estensione che per densità.
La pesca si concentra prevalentemente nei mesi estivi e autunnali, da giugno a ottobre, con un calo invernale (novembre–febbraio) e una lieve ripresa primaverile (marzo). Attualmente, nel solo Compartimento marittimo di Napoli, sono autorizzate 14 draghe idrauliche per la raccolta di Ensis minor, 12 delle quali aderenti al CO.GE.MO. di Napoli.
Un modello innovativo per la pesca sostenibile. “MollusCa Blu” si presenta come un progetto pionieristico a livello regionale, con l’obiettivo di migliorare la gestione sostenibile degli stock naturali, tutelare l’ecosistema marino, favorire la ripresa della popolazione di Ensis minor nelle aree costiere tradizionalmente vocate e promuovere un ritorno economico per il comparto della pesca locale.
Un passo avanti verso una pesca più responsabile, l’iniziativa mira a coniugare ricerca scientifica, sostenibilità ambientale e sviluppo economico, ponendosi come modello replicabile di gestione integrata delle risorse marine.