Sapri: l’mportante è brillare, le alluvioni sono comprese nel pacchetto

Tutto è contro di noi!

Il mare, la pioggia, il vento;  pare che gli elementi atmosferici si diano appuntamento qui, puntuali come un orologio svizzero, ma sempre capaci di coglierci di sorpresa.

Una congiura celeste, dicono, ordita dagli Dei per offuscare i vari e costosissimi maquillage che a intervalli regolari vengono spacciati come il bene assoluto di questo luogo unico al mondo —un luogo talmente unico che, per mera distrazione burocratica, non figura ancora tra i beni UNESCO.

Questa è la narrazione che si ripete tutti gli anni e da più parti, quasi fosse un mantra utile a esorcizzare i problemi veri.

Eppure, osservando il quadro ufficiale, tutto sembra brillare: efficienza, organizzazione, visione tecnica e persino strategica.

Un trionfo!

Peccato che, nonostante queste luci abbaglianti, la storia si ripeta identica, come un copione teatrale che nessuno ha il coraggio di riscrivere.

La colpa?

Ovviamente degli Dei.

I mortali, poverini, sono tutti innocenti, benché impegnati da anni a progettare e realizzare opere tanto effimere quanto inutili.

E così, se davvero gli Dei sono contro di noi, dovremmo forse rassegnarci all’indifferenza, all’indolenza di comodo, facendoci carico —ognuno per conto proprio— di tutti i danni subiti.

Senza osare chiedere nulla al resto della società.

Del resto, è sempre più facile domandare a tutti, indiscriminatamente, piuttosto che pretendere responsabilità solo da chi sbaglia per negligenza o superficialità. Meglio non farsi nemici, specialmente tra coloro che conosciamo o che potrebbero tornarci utili.

Una logica ineccepibile, almeno sul piano del quieto vivere.

Eppure, in questa narrazione così ben confezionata c’è qualcosa di spudoratamente illogico che sfugge.

Perché, diciamolo: se un’intera città preferisce credere alle favole, allora il suo destino è già scritto.

Non dagli Dei, ma da se stessa!