3 Novembre 2025

Low-cost, occhio al materasso! De Rienzo: “Dietro prezzi irrisori online si nascondono gravi rischi”

0
Fabio De Rienzo di Materassimemory.eu

L’esperto di e-commerce: “L’Unione Europea ci tutela, ma facile per piattaforme extraeuropee entrare nel mercato digitale senza sottoporsi alle stesse regole”

NAPOLI – Prezzi irrisori, spedizioni rapide e offerte lampo. È la formula con cui molti portali esteri di e-commerce stanno conquistando il mercato europeo del bedding, spesso però “aggirando controlli e tutele che la normativa comunitaria impone ai produttori locali”.

Lancia l’allarme Fabio De Rienzo, specialista in e-commerce e titolare di Materassimemory.eu. “Il risultato è un flusso costante di materassi venduti online a poche decine di euro, privi di certificazioni, senza riferimenti fiscali verificabili e con composizioni chimiche non conformi agli standard UE”.

“Il fenomeno dei materassi low-cost non nasce solo dal desiderio di risparmiare, ma anche dalla facilità con cui piattaforme extraeuropee riescono a entrare nel mercato digitale europeo senza sottoporsi alle stesse regole di sicurezza e tracciabilità richieste ai produttori interni”, spiega De Rienzo. “Molti di questi prodotti arrivano da circuiti paralleli, privi di certificazioni come l’Oeko-Tex Standard 100 o la CertiPUR, che attestano l’assenza di sostanze nocive e la qualità della schiuma utilizzata”.

La questione, avverte De Rienzo, non è solo commerciale ma anche sanitaria. Le schiume non testate possono rilasciare composti organici volatili (VOC) come formaldeide o solventi, e talvolta contengono ritardanti di fiamma vietati o plasticizzanti non conformi al regolamento europeo REACH. “Dormire per anni su un materasso non certificato significa esporsi ogni notte a una miscela di sostanze potenzialmente irritanti o allergeniche. È un rischio sottovalutato, ma concreto, che può manifestarsi con disturbi respiratori, dermatiti o emicranie croniche”, sottolinea l’imprenditore.

Oltre ai rischi chimici, molti prodotti a basso costo utilizzano materiali di recupero o rimanenze industriali per contenere i costi. Schiume di densità variabile, tessuti non traspiranti o colle ad alta emissione rendono il materasso instabile e poco igienico. “È frequente che un lotto sia più rigido e quello successivo troppo cedevole – spiega De Rienzo – perché vengono impiegate partite diverse di materiale. Ciò significa che non c’è controllo di qualità, e il comfort dichiarato è solo teorico”.

Altro elemento critico riguarda la disinformazione nelle schede prodotto, in particolare sui marketplace internazionali dove la supervisione è minima. Molti modelli non sfoderabili vengono descritti come multilayer, con cinque o sei strati tecnologici, ma in realtà nascondono un unico blocco di waterfoam di media qualità. “Sono pratiche diffuse – osserva De Rienzo – e difficili da verificare per il consumatore, che non può ispezionare l’interno. L’unico strumento di tutela resta la trasparenza: indicare spessori reali, densità delle schiume e certificati di produzione”.

Dietro i prezzi stracciati il rischio è che si celi spesso anche un ecosistema di aziende estere o ‘usa e getta’, che sfruttano regimi fiscali agevolati o vendite intracomunitarie in reverse charge, con sedi difficilmente rintracciabili. “È un problema serio – aggiunge De Rienzo – perché in caso di difetto, allergia o danno fisico, non c’è un referente legale in Europa. Il consumatore resta senza tutela e senza garanzia reale, anche se ha acquistato su piattaforme note”.

Per l’imprenditore napoletano, il tema è di sistema: “Abbiamo una normativa europea chiara che tutela chi produce in modo corretto, ma i marketplace internazionali non sempre applicano gli stessi standard a chi vende da fuori UE. Finché non ci sarà un vero controllo doganale sui prodotti immessi nel mercato digitale europeo, continueremo a vedere materassi venduti a 79 euro con materiali di origine sconosciuta e rischi invisibili”.

Come evitare il rischio, allora? Secondo De Rienzo, la soluzione è nella verifica e nella consapevolezza. “Basta controllare pochi elementi per mettersi al riparo: la presenza di certificazioni come Oeko-Tex o CertiPUR, la possibilità di sfoderare il rivestimento e la tracciabilità dell’azienda attraverso una partita IVA e una sede reale. Chi opera correttamente non ha nulla da nascondere, e lo dimostra con i fatti”, conclude.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

example.com