ESPLOSIONE IN IMPIANTO PER IL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI A MARCIANISE. MORTI TITOLARE E DUE OPERAI

Sarà la Procura di Santa Maria Capua Vetere, guidata dal procuratore Pierpaolo Bruni, a far luce sulle circostanze che hanno portato alla morte di Pasquale De Vita, 51 anni, Ciro Monopoli, 64, e Antonio Donadeo, 50, tutti originari di Napoli e rimasti vittime dell’esplosione di un silos all’interno dello stabilimento Ecopartenope di Marcianise. De Vita era l’amministratore unico della società, mentre Monopoli e Donadeo erano dipendenti dell’azienda; il primo ricopriva anche il ruolo di rappresentante per la sicurezza.
La magistratura ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di omicidio colposo plurimo. Le salme delle tre vittime sono state sequestrate per l’autopsia, mentre l’impianto è stato posto sotto sequestro. Secondo le prime verifiche, il disastro sarebbe stato innescato da un errore umano: probabilmente la scintilla di un saldatore utilizzato nella parte superiore del silos per lavori di manutenzione ordinaria. Gli operai stavano intervenendo sulla sonda che misura il livello di riempimento del serbatoio, contenente oli esausti destinati allo stoccaggio e al trattamento dei rifiuti speciali. Una scintilla potrebbe aver saturato l’aria di gas infiammabile, provocando l’esplosione.
La deflagrazione è stata violentissima: due dei tre lavoratori sono stati scaraventati sul tetto di un capannone adiacente. L’onda d’urto ha distrutto la parte superiore del silos e parte della tettoia di copertura. Altri due operai sono rimasti feriti in modo lieve: soccorsi nell’immediato, sono stati trasportati in ospedale per accertamenti. I corpi delle vittime sono stati recuperati dai vigili del fuoco del comando provinciale di Caserta.
Dalle prime indagini è emerso che quel serbatoio, già in passato, era stato oggetto di provvedimenti di chiusura per emissioni maleodoranti e irregolarità, e lo scorso anno vi si sarebbe verificato anche un principio d’incendio poi domato. L’azienda, che nel tempo ha cambiato più volte gestione, contava 17 addetti, compreso il titolare – deceduto nell’esplosione – e il ragioniere. Sotto le lenti della Procura anche le posizioni contrattuali e lavorative di tutti i dipendenti.