Lucia Salemme : ho ucciso mio marito perchè mi picchiava

Una liberazione dall’uomo che la picchiava. Lucia Salemme, 58 anni, avrebbe detto questo alla polizia quando, poco prima di essere accompagnata in carcere a Secondigliano, è stata interrogata. Era stata da poco visitata dai sanitari del pronto soccorso del Vecchio Pellegrini dove, in un primo momento, le era stato attribuito un codice rosso. La donna ha subito ammesso di aver ammazzato il marito Ciro Rapuano, 59 anni. La sua versione dei fatti è stata chiara: «Mi sono difesa, mi aveva aggredita». E ha raccontato anni di violenze che però non aveva mai denunciato. Episodi che ora gli uomini della Squadra mobile, diretti dal dirigente Giovanni Leuci, stanno verificando anche se, dai primi accertamenti eseguiti – anche ascoltando persone vicine alla coppia – sarebbero risultate alcuni litigi tra i due coniugi. Sempre secondo testimonianze è emerso che l’uomo avrebbe avuto problemi di tossicodipendenza. La dinamica dell’omicidio, così come raccontata dalla donna, è ora al vaglio degli inquirenti. Lucia Salemme avrebbe inferto al marito circa una decina di coltellate. L’uomo è stato ritrovato riverso sul letto. La figlia della coppia, 28 anni, loro convivente assieme alla figlia di sette anni, ha sentito urlare ed ha visto la madre accanirsi sul corpo del padre, accoltellandolo. Lucia Salemme ha raccontato che il marito l’aveva aggredita con un coltello a seguito di una discussione, quando ha sentito la lama ferirla ha preso un coltello che nascondeva sotto al letto e lo ha colpito. Al momento non emergono altri dettagli su cosa possa aver scatenato la lite tra i due. Sarebbe stata proprio la Salemme a chiedere aiuto alla polizia e ad aver telefonato anche a casa dell’altra figlia sposata, chiedendo al genero di andare subito da loro perché era successa «una cosa orribile».